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Affacciandosi sulle mura che, alle spalle del Duomo e dei palazzi principali della piazza di Pio II, guardano verso sud-ovest, si può avere una visione complessiva della valle che da qui si riesce ad abbracciare con un solo sguardo.
Lo scenario si armonizza in una sua naturale simmetria che nasce da un punto di fuga ideale posta sulla cima del monte Amiata, sul quale sembra orientata anche l'architettura della piazza ed il volume medesimo del Duomo.
Le linee morbide delle colline si fondono fra loro senza creare interruzioni o asprezze, chiuse raramente nel grigio madreperla dei calanchi. II colore della terra e delle erbe si divide sulle colline per assumere toni ora contrapposti, ora sfumati, a seconda delle stagioni.
La vegetazione rada si infittisce lungo i fossi e forma, qua e là radure strette fra i colti.
Cipressini neri e grandi querci solitarie ricompongono la fuga delle crete in una certa armonia. In alto, laddove la linea collinare risale, si staccano profili oscuri di cipressaie e querceti insieme alle linee ordinate dei vigneti e al punteggiare argenteo degli olivi.
Scorrendo lo sguardo verso l'orizzonte, sulla sommità delle ultime colline spunta improvvisa la sagoma delle rocche e dei castellari.
Da sinistra a destra si distinguono gli agglomerati chiari di Monticchiello, Castiglioncello del Trinoro, Contignano, Radicofani, Campiglia, Castiglione e Rocca d'Orcia, Vignoni, San Quirico, Montalcino.

Castelli e rocche si specchiano nei guadi pigri dell'Orcia, che scorre in un lento disordine verso la Ripa; la Val d'Orcia chiude una vasta propaggine argillosa che inizia sulle colline senesi ed arriva fin qui senza interruzioni, variamente modellata da torrenti, frane, calanchi, mammelloni e biancane, in un continuo riannodarsi del paesaggio nel colore cinerino della creta.
La conduzione mezzadrile, la ripartizione del terreno in unità poderali, la presenza delle fattorie, costituiscono nel loro insieme un fattore determinante nella trasformazione del paesaggio. La presenza di vigne, olivi, alberi da frutto intorno alle case coloniche, il mantenimento delle superfici boschive e dei calanchi, la conservazione di siepi divisorie, sentieri, verde segnaletico.
Ciò ovviamente conferiva al paesaggio un aspetto diverso da quello attuale e all'osservatore attento non possono sfuggire, osservando la valle, i segni di un passato recente.

Per maggiori informazioni visita il sito del Parco della Val d'Orcia.